La vitiligine è una malattia psicosomatica?

La vitiligine è una malattia psicosomatica?

Molte malattie, in particolare alcune affezioni dermatologiche, non possono essere considerata esenti da influenze psicologiche.
La pelle è un organo estremamente complesso che nasce, embriologicamente, insieme al sistema nervoso. La pelle contiene l’individuo e ne delimita l’interno dall’esterno; è il confine dell’Io, lo specchio delle emozioni. La pelle è in contatto con la mente con cui è nata. Allo stesso tempo la pelle è un organo di senso che mette in contatto la mente con l’esterno.
La pelle non è una barriera statica ma un complesso tessuto neurosensoriale che comunica con il sistema nervoso, il sistema endocrino e immunitario al fine di mantenere e proteggere l’omeostasi dell’intero organismo. La pelle, quale organo di comunicazione, rappresenta il confine tra l’Io più profondo, la società ed il mondo.
Per chi si occupa della pelle è evidente la relazione tra fattori psicologici, stress e malattie cutanee. Almeno il 30% dei nostri pazienti dermatologici ha qualche problema psicosomatico.
I melanociti si formano dai melanoblasti che derivano, per migrazione durante lo sviluppo embrionale dalla cresta neurale; da quest’ultima deriva una parte delle strutture del sistema nervoso periferico, i melanociti della cute, le cellule cromaffini dei paragangli e della midollare del surrene.
La migrazione in diversi distretti (strato basale dell’epidermide e mucose, derma, follicoli piliferi, involucri del sistema nervoso centrale e nella tonaca vascolare dell'occhio) porta i melanoblasti a differenziare in melanociti.
Nella vitiligine le due principali ipotesi eziopatogenetiche non si escludono bensì si integrano a vicenda come ben dimostra la psiconeuroimmunologia.
Una malattia così compromettente da un punto di vista estetico può avere una forte ripercussione somato-psichica con compromissione della “personal body image” e della capacità di relazionare con gli altri.
Varie indagini hanno evidenziato l’insorgenza della malattia dopo/durante eventi stressanti di vario tipo.
Indagine condotta con il metodo della riflessione guidata in un gruppo di pazienti affetti da vitiligine ha evidenziato tratti comuni di personalità: tutti i pazienti conseguivano ottimi risultati nelle rispettive attività lavorative, mentre mostravano grande difficoltà alla comunicazione e si consideravano non desiderati.
In generale nei pazienti con vitiligine si evidenzia un’accresciuta incidenza di eventi stressanti e una difficoltà a relazionare con il mondo e con gli altri.
Si potrebbe concludere che i pazienti con vitiligine tendono ad autocancellarsi, a non apparire, a perdere di visibilità, diventare diafani e quindi a mantenersi immobili, rinunciando, attraverso una mancanza di comunicazione, ad affrontare il mondo esterno.
Non è forse un caso che le chiazze acromiche interessino fondamentalmente le regioni palpebrali (“io non vedo”), la regione periorale (“io non parlo”) e la regione genitale (difficoltà nella sfera sessuale).

“Un buco? No, neppure un buco. …Un buco è già qualcosa, ma la non c’è nulla”.
“E come si presenta, uh, uh! questo niente?”
“E’ proprio questo che è tanto difficile da descrivere, non si presenta affatto”.
“E’ che quando si guarda in quel punto è come se si fosse ciechi, non è così?”
“Sicuro! Questa è l’espressione giusta … talvolta da principio si trattava di un pezzettino piccolissimo, un niente … ma poi le chiazze si ingrandivano. Non che faccia male, no, è semplicemente che alla persona in questione da un momento all’altro manca un pezzo!”
Michael Ende (La storia infinita)




E’ proprio così che il paziente con vitiligine forse deve sentirsi: impotente di fronte alla possibilità di essere cancellato dal nulla che avanza.

Per questo motivo cerco sempre di incoraggiare i miei pazienti, oltre le cure dermatologiche, di imparare metodi di rilassamento come la meditazione, di prendersi tempo per se stesso e di ritornare a ‘volersi bene’, eventualmente con l’aiuto di un psicologo. Per me è importante curare la malattia ma soprattutto prendersi cura del malato a 360°.

Dott. Claudio Comacchi
Dermatologo - Tricologo - Dermochirurgo
Firenze



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