Caro dottor Comacchi
Mia madre e mia sorella hanno la vitiligine. Adesso aspetto il mio primo figlio, un maschietto, e la preoccupazione che anche il mio piccolo potrebbe nascere o incontrare la malattia nel percorso della sua vita mi rende amara la gestazione, la quale dovrebbe essere il ‘periodo più bello nella vita di una donna’.
Quanto è alta la possibilità che anche i miei figli soffriranno di Vitiligine? Posso fare qualcosa per evitarlo già adesso durante la gravidanza o si tratta di una cosa inevitabile, manifestata nei geni della mia famiglia?
La prego di rispondermi con urgenza siccome dormo male e soffro di incubi notturni.
Grazie
Elisa M.
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Risposta:
Cara Elisa, si ritiene oggi che possa esservi sì una base genetica nel predisporre alla malattia, ma che questa sia rappresentata da una trasmissione di tipo poligenico; questo significa che la vitiligine non è correlata a un solo gene, ma vi è influenza di un vario numero di geni che determinano l’irregolare manifestarsi della malattia nei vari membri di alcune famiglie e questo indipendentemente da altri fattori ambientali. Quindi al di là dei numeri statistici rimane praticamente impossibile predire il rischi di trasmissione di una malattia a espressione così irregolare. Quindi devi stare serena e aspettare con gioia tuo figlio.
Dott. Claudio Comacchi
Egregio dottore
Sono stato paziente di un suo collega cinque anni fa. Mi ha trattato e curato una piccola macchia bianca alla mano destra. Adesso però, dopo essere stato per un anno in Brasile per lavoro, mi ritrovo con diverse macchie bianche molto più grandi su tutte le due mani. Non capisco perchè. Potrebbe essere stato il sole forte a causare la rinascita della vitiligine? Grazie.
Marco I.
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Risposta:
Ciao Marco, potrebbe essere stato il sole, devi considerare che nella vitiligine esiste il fenomeno di Köbner, una strana reattività della pelle a stimoli traumatici, come ad esempio una “scottatura solare”. Questo fenomeno si verifica in un 30 % circa dei pazienti affetti da vitiligine con la malattia in fase di attività. Ti consiglio pertanto una visita con un dermatologo esperto in vitiligine al fine di valutare esattamente la tua situazione.
Dott. Claudio Comacchi
Caro dott. Comacchi
Sono una ragazza di 21 anni della Sicilia con delle piccole chiazze di vitiligine a livello del volto e delle mani, come può immaginare ho fatto più visite dermatologiche per cercare di risolvere o perlomeno contrastare questa malattia. Abitando in Sicilia ho chiesto come mi devo comportare con l’esposizione al sole durante il periodo estivo. Ho avuto risposte differenti, chi mi ha consigliato di prenderlo tantissimo e senza protezione, chi mi ha detto di non prenderlo assolutamente, quindi le chiedo come mi devo comportare con il sole. Grazie,
Barbara M.
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Risposta:
Cara Barbara, le chiazze di vitiligine si caratterizzano per l’assenza di uno dei maggiori fattori di difesa dalla radiazione ultravioletta, la melanina. Pertanto un’adeguata fotoprotezione è la prima cosa da fare.
Sebbene la luce sia una delle terapie ripigmentanti più utili nella vitiligine si deve sempre tenere conto della fase nella quale si trova la malattia.
Se la vitiligine è in fase di attività (in peggioramento) esiste il rischio in caso di un forte eritema solare non solo sulle chiazze vitiligoidee ma in particolare sulla cute sana fotoesposta dell’insorgenza del fenomeno di Köbner (vedi articolo) con il rischio di comparsa di nuovo macchie.
Quindi ti consiglio prima di esporti al sole di fare una visita con un dermatologo esperto in vitiligine in modo da valutare la fase nella quale si trova la malattia. Ti invito a seguire questi miei consigli:
- Evitare le ore più calde (corrispondenti alle ore di maggiore irraggiamento UV)
- Esporsi gradualmente al sole usando sempre creme solari ad alta protezione e assumere integratori idonei iniziando un mese prima della foto esposizione e continuare durante.
- Ricordare che il sole si prende anche in acqua.
- Ricordare che più del 90% dei raggi UV può attraversare le nubi.
- In caso di esposizione solare prolungata oltre alle creme ad alta protezione è consigliabile ricorrere all’uso di indumenti protettivi (maglietta e cappello).
Dott. Claudio Comacchi
Buongiorno Dott. Comacchi
Mi chiamo Renato, ho 32 anni e la vitiligine da circa quattro anni, insorta dopo uno stress acuto. Volevo chiederle se assumere per bocca integratori a base di pepe nero può essere utile ?
Grazie
Renato A.
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Risposta:
Buongiorno Renato, nella vitiligine certamente sono di fondamentale importanza le terapie ripigmentanti, piperina crema e UVB 311 nm, ma è altrettanto importane intervenire sul sistema immunitario considerato la patogenesi autoimmune della malattia.
Il pepe nero assunto per via orale ha le seguenti proprietà:
- migliora la funzione dell’apparato digestivo
- diminuisce la quantità di gas nel tratto intestinale
- aumenta l’acido cloridrico nello stomaco
- ha notevole proprietà antiossidante
- ha effetti benefici contro la proliferazione batterica in particolare del tratto intestinale
- migliora in generale il metabolismo
Quindi nell’affrontare la vitiligine non bisogna solo concentrarsi sul le terapie ripigmentanti ma è necessario riequilibrare l’intero organismo, da qui l’enorme importanza delle terapie integrative, fra cui quelle con ‘piper nigrum’.
Dott. Claudio Comacchi
Caro dottore Comacchi,
Sono una giovane mamma, le premetto che la vitiligine non è presente nella mia famiglia e neppure in quella di mio marito. Sono in ansia perché a mio figlio di 3 anni, da circa sei mesi è comparsa una macchia chiara sull’addome che è rimasta uguale fino ad ora; il pediatra mi ha detto che potrebbe essere vitiligine. Mi può aiutare?
Grazie,
Edi S.
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Risposta:
Cara Edi, dalla tua descrizione dovrebbe trattarsi di un nevo acromico, ti consiglio comunque una visita con un dermatologo esperto in vitiligine che con l’ausilio della luce di Wood può essere preciso sulla diagnosi.
Di seguito ti elenco le caratteristiche del nevo acromico:
- descritto da Lesser nel 1884
- si tratta di un’area di ipomelanosi congenita che non si modifica nel corso della vita
- dovuto a un difetto di sviluppo dei melanociti fetali.
- l’istopatologia mostra un numero di melanociti normale o lievemente ridotto
Esistono tre varianti:
- isolata
- dermatomerica
- istemizzata ( a bande lineari o spiraliformi, unilaterale)
I criteri per la diagnosi sono:
- presenza alla nascita (o comunque entro i 3 anni di vita)
- aspetto immodificato negli anni
- assenza di alone ipertrofico
- alla luce di Wood appare un bianco spento
Può essere associato a:
- Vitiligine
- Nevo di Sutton
- Leucotrichia
- Dermatite atopica
Dott. Claudio Comacchi
Buonasera dottor Comacchi
Volevo chiederle se alcuni farmaci possono far comparire la vitiligine per la prima volta e/o possono peggiorarla, grazie.
Giovanna M.
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Risposta:
Cara Giovanna, alcuni farmaci possono secondo la letteratura favorire l’insorgenza o il peggioramento della vitiligine. A mio avviso quando ciò accade i pazienti interessati in questo caso hanno già una condizione latente ed il farmaco rappresenta lo stimolo che slatentizza o peggiora la vitiligine. Essendo alcuni di questi farmaci importanti per la terapia di malattie molto più gravi della vitiligine stessa si deve sempre prediligere la malattia più importante, per la vitiligine cercheremo poi di migliorare comunque la situazione.
Ti ricordo alcuni di questi farmaci: Tolcapone e Levodopa per il Parkinson, farmaci per l’alopecia areata come il Difenciprone e il Dibutil estere dell’acido squarIco; altri come la Carbamazepina, l’Acido Valproico, il Clonazepam, la Fentoina, gli Interferoni, l’Idrochinone, Beta Bloccanti e altri ancora.
Dott. Claudio Comacchi
Mi chiamo Carlo, ho 42 anni e ho la vitiligine dall’età di 15 anni, ho la tiroidite autoimmune di Hashimoto e sto assumendo per un ipotiroidismo Eutirox. La mia vitiligine interessa le mani e il volto. L’opzione chirurgica può essere il mio caso?
Carlo D.
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Risposta:
Ciao Carlo, il trattamento chirurgico della vitiligine deve essere rigorosamente riservato a casi selezionati in base a criteri ben definiti di estensione, epoca di insorgenza e stabilità della malattia:
1. Vitiligine resistente alle terapie mediche.
2. Malattia stabile da almeno due anni.
3. Morfologia delle chiazze di stabilità.
4. Assenza nella storia del paziente del fenomeno di Köbner.
5. Non predisposizione alla formazione di cheloidi.
6. Presenza di o meno di leucotrichia nell’area da trattare
7. Età del paziente > di 12 anni.
8. Dislocazioni delle lesioni in sede adatte alla procedura chirurgica.
9. Assenza di importanti turbe emozionali del paziente.
Il trattamento chirurgico può essere quindi una scelta terapeutica in più per confrontarci con questa malattia, da effettuare, su casi refrattari alle cure mediche, che rientrano nei criteri di inclusione, dove la richiesta viene dal paziente (deve essere motivato) ed emotivamente stabile.
La prima cosa da fare è una visita da un dermatologo esperto in vitiligine per valutare se è possibile o no un eventuale trattamento chirurgico.
Dott. Claudio Comacchi
Caro dottore Comacchi
Sono una ragazza di 23 anni e soffro di vitiligine dall’età di 17 anni, per fortuna è una forma lieve. Ho sempre fatto delle cure che mi hanno aiutato a bloccarne l’evoluzione e la malattia è rimasta ferma per circa quattro anni. Quest’anno dopo una caduta accidentale e una ferita al ginocchio sinistro è comparsa dopo la guarigione una macchia di vitiligine abbastanza grande. E’ stato il trauma e cosa mi consiglia di fare? In attesa della sua gentile risposta.
Sara C.
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Risposta:
Cara Sara, dalla tua storia, la nuova macchia di vitiligine è una conseguenza del trauma fisico che hai raccontato dovuto all’insorgenza del fenomeno di Köbner (vedi articolo)
Sia la prima chiazza della malattia che i periodi di peggioramento sono spesso indotti da traumi fisici.
Il fenomeno di Köbner si manifesta in circa il 30% dei pazienti con vitiligine. Nella maggioranza dei casi è associato ad una vitiligine in fase di attivazione/peggioramento. L'attività clinica della vitiligine è un parametro fondamentale per la corretta impostazione della terapia da parte dello specialista ma può risultare utile per evitare l’insorgenza del fenomeno di Köbner. Ti consiglio di fare una visita con un dermatologo esperto in vitiligine per valutare la fase di attività della malattia, molto probabilmente da una attenta osservazione clinica con la luce di Wood, potranno emergere dei segni clinici di attivazione della malattia, in questo modo sarà possibile poi impostare una terapia adeguata per fermare la fase di peggioramento.
Dott. Claudio Comacchi
Caro dottore Comacchi, mi chiamo Jessica, ho 28 anni, ho qualche chiazza di vitiligine che mi crea ansia, e soffro spesso di attacchi di panico, cosa posso fare?
Jessica B.
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Risposta:
Ciao Jessica, ti consiglio di farti visitare da un dermatologo esperto in vitiligine perché ti inquadri il tipo di vitiligine, lo stato di attività della malattia e indaghi sulle possibili correlazioni con altre patologie. Indipendentemente dalla presenza di altre patologie autoimmuni e di carenze vitamine ti consiglio una consulenza psicosomatica, in quanto la vitiligine può iniziare e progredire in relazione allo stress.
Dott. Claudio Comacchi
Buonasera dottore Comacchi
Mi chiamo Marta ho 55 anni, ho la vitiligine alle mani da circa trenta anni, per fortuna è ferma; volevo chiederle se i malati con vitiligine hanno un rischio maggiore di avere un melanoma? grazie
Marta F.
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Risposta:
Cara Marta, l’associazione vitiligine e melanoma per fortuna è rara, di solito si tratta di persone di età avanzata, senza familiarità per vitiligine, affetti da melanoma, i quali da quando hanno avuto il melanoma sviluppano poi la vitiligine. Si presume lo sviluppo nel corso della patologia tumorale di anticorpi antimelanoma che distruggono anche i melanociti normali.
Sembra correlata a tempi di sopravvivenza più lunga anche se di solito sono pazienti con metastasi.
Dott. Claudio Comacchi
Buongiorno dottore Comacchi
Sono una ragazza di Latina, mi chiamo Katia e ho la vitiligine da quattro anni, volevo chiederle se la crema al pepe nero si trova solo in una farmacia in Italia oppure la posso trovare anche in altre farmacie.
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Risposta:
Ciao Katia, inizialmente per tanti anni la crema al pepe nero, ideata dai i due fondatori del GISV, uno dei quali sono io, è stata prodotta sotto forma di galenico da una sola farmacia in Italia, essendo un prodotto senza brevetto è stata presa poi in considerazione anche da industrie del parafarmaco. Attualmente in commercio ne esistono più tipi, secondo me con delle differenze fra di loro. Al fine di venire incontro alle esigenze dei pazienti, di poter trovare con facilità una crema al pepe nero efficace in tutta Italia, personalmente le ho volutamente utilizzate per verificarne la capacità di fare ripartire la ripigmentazione delle chiazze di vitiligine, avendo come paragone l’esperienza con il prodotto galenico. Fra le varie formulazione in commercio oggi preferisco nettamente una ed è quella che nella maggior parte dei casi prescrivo con risultati veramente soddisfacenti.
Dott. Claudio Comacchi
Buongiorno dott. Comacchi
Sono Alfredo, ho 58 anni e ho la vitiligine da circa due anni, comparsa dopo la morte improvvisa di mia moglie; sinceramente della malattia mi interessa solo il problema estetico, posso utilizzare qualcosa di veramente valido per questo inestetismo cutaneo?
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Risposta:
Caro Alfredo, la vita comporta purtroppo a tutti delle sofferenze, mi dispiace. Per il problema estetico puoi ricorrere a prodotti specifici che aiutano molto nel coprire le macchie di vitiligine. Considera che negli Stati Uniti il camouflage è considerato una terapia di primo livello con dei risvolti positivi sulla nostra psiche. Prodotti idonei li puoi trovare in farmacia o sul web in siti dedicati.
Dott. Claudio Comacchi
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Curriculum Dott. CLaudio Comacchi