E’ una vita, dal 1992, che mi occupo di vitiligine, malattia che mi ha sempre incuriosito sin dai miei primi passi in dermatologia. Forse era destino studiarla, se penso a quando da giovane pittore, grazie a mio zio, ho avuto la fortuna di conoscere Andy Warhol, uno degli artisti che ho sempre ammirato di più e mi domandavo se i suoi bellissimi capolavori avessero preso spunto da quelle macchie bianche che aveva sulla propria pelle.
Sono uno dei due fondatori del Gruppo Italiano per lo Studio e la Cura della Vitiligine (GISV) e coautore della crema al pepe nero. L'interesse per questa malattia mi ha condotto ad intraprendere un percorso personale di studio indirizzato a migliorare il procollo terapeutico secondo gli ultimi sviluppi della medicina integrativa al fine di affrontare la malattia da tutti i lati possibili con prodotti nuovi per via topica e orale.
Sono anche il Responsabile del Dipartimento “Disturbi della pigmentazione cutanea” per la International Society of Plastic – Regenerative and Oncologic Dermatology (ISPLAD).
Mi ricordo quando da giovane dermatologo assistendo alla relazione congressuale di un illustre maestro questi parlando di questa patologia confessava: “Preferisco che una tigre entri nel mio studio piuttosto che un malato con vitiligine, perché, a fronte di una domanda pressante di aiuto, la risposta terapeutica che sono in grado di offrire è decisamente scarna.”
Per fortuna tante cose sono cambiate e oggi, pur rimanendo la vitiligine una malattia difficile, possiamo confrontarci e aiutare i nostri pazienti, talvolta a guarire completamente, molte volte a migliorare e comunque a stabilizzare questo disturbo cutaneo.
Ciò che è importante è fare un percorso insieme, a medio-lungo termine, per comprendere in che fase si trovi la malattia al momento della visita e quali sono i motivi che l’hanno scatenata e in seguito condizionata nella sua evoluzione.
Nella mia attività professionale, non sempre sono riuscito a ridare speranza a miei pazienti, ma sicuramente ho sempre messo a frutto tutte le mie conoscenze, seguendo l’amore che nutro per lo studio di questa malattia, nel rispetto della persona che viene da me in cerca di un aiuto.
Sentirsi dire dai pazienti “Grazie, dottore mi ha ridato la vita”, non solo da chi è guarito, ma molto spesso anche da chi pur non essendo arrivato alla completa guarigione ha migliorato la propria qualità di vita e ha aumentato la stima di se stesso, ha significato sempre molto per me. Un mio caro paziente un giorno mi disse “Dottore lei non si prende cura solo della malattia, ma soprattutto del malato”, così ho sempre cercato e continuerò a fare nella mia attività professionale.
Per inciso ritornando alla tigre, nei molti anni di professione io non ho mai incontrato alcuna “tigre” nel mio studio, ma soltanto persone che avevano bisogno di aiuto, le loro storie personali, talvolta piene di sofferenza, con le quali dovevo riuscire a entrare in sintonia per raggiungere i migliori risultati possibili. Quindi questo è il mio compito, dedicare tutto me stesso e le mie conoscenze a migliorare l’esistenza dei miei pazienti.
Dott. Claudio Comacchi
Dermatologo - Tricologo - Dermochirurgo
Firenze